(Sento il Donatore in sottofondo: "Quando la smetterai di giocare alla piccola fiammiferaia?"
Che poi no, non sto mica giocando. Chiamo solo le cose con il loro nome.)
Al liceo mi vergognavo di avere pochi soldi, perché le mie amiche avevano le borse logate e io invece stavo mesi con il gas staccato, e facevo la doccia dalla vicina. E mi ricordo sempre quella volta che eravamo io e le mie amiche che eravamo andate in questa discoteca al mare che si chiamava Sud, e, uscite, avevamo fatto il bagno con questi tre tipi. Quello "destinato" a me non mi piaceva per un cazzo, però lo abbracciavo, uscita dall'acqua, perché aveva il petto pelosissimo e faceva un freddo cane, alle 5 di mattina.
Divago.
Dicevo che tornammo a casa al mattino e avevo la sabbia addosso, ma la doccia fredda non la riesco a fare mai, neanche d'estate, eppure lo so che mi si rassoderebbero le tette. Andai a letto piena di sabbia, e non mi piacque, è questo che volevo dire.
C'era il gas staccato. Poi ci fu la luce staccata. Ci fu il frigo vuoto. Ci furono sei mesi nelle due stanze luride di mia nonna, con io che dormivo nel letto con nonno, nonna nella branda in cucina, mio zio nel suo letto e mia madre e mio fratello su un materasso per terra. Quindi insomma, a me andava anche bene, alla fine dormivo a letto. Finché l'altro zio non litigò con la sua fidanzata e diventammo davvero troppi, per 40 metri quadri. Sembravamo brutti, sporchi e cattivi.
E insomma, quando manca da mangiare, frega un cazzo se non puoi fare sport.
E invece ci pensavo.
Pensavo che volevo andare a cavallo.
Mio padre, lui sì.
C'era la foto di lui in comunità, con me e mio fratello sul cavallo e io mi ricordo di quando i nonni mi portavano di nascosto a trovarlo, e mia madre non voleva, e io pensavo che mia madre non capiva un cazzo, allora. Lo pensavo a sei anni, figurati a quindici.
Andavamo a cavallo, io e lui, avrò avuto sei anni, e lui mi diceva. La prossima volta andremo lassù, su quella collina. Poi la prossima volta non c'è stata. E' per questo che ho amato così tanto un uomo che mi faceva promesse vane, perché cercavo mio padre.
Quando ho conosciuto il padre delle mie figlie lui andava a cavallo, e bene. E mi faceva incazzare. Perché io non avevo mai imparato.
Poi A. mi ha detto. Io ne ho due, di cavalli. Andiamo assieme.
E c'è stata la prima volta, e io andavo già al trotto e al galoppo, lei diceva Sei portata. E io non avevo mica paura.
E andavamo, il giovedì, quando il negozio di intimo dove lavoravo era chiuso.
Non c'avevo le scarpe adatte, e neanche le ghette.
E poi abbiamo smesso. Ero incinta, era troppo rischioso. Poi ero incinta di nuovo. Poi era incinta lei. Poi era di nuovo incinta. E ora è incinta. Credo li abbia venduti, i cavalli. Siamo due e abbiamo sei bambini, quasi. Possono bastare.
Io però vorrei ancora andare a cavallo (e ci vorrei andare con lei, che mi manca).
Andare a cavallo è un po' come innamorarsi. Viene spontaneo.
E sai che magari ti fai male. Ma non è un buon motivo per smettere.
Che poi no, non sto mica giocando. Chiamo solo le cose con il loro nome.)
Al liceo mi vergognavo di avere pochi soldi, perché le mie amiche avevano le borse logate e io invece stavo mesi con il gas staccato, e facevo la doccia dalla vicina. E mi ricordo sempre quella volta che eravamo io e le mie amiche che eravamo andate in questa discoteca al mare che si chiamava Sud, e, uscite, avevamo fatto il bagno con questi tre tipi. Quello "destinato" a me non mi piaceva per un cazzo, però lo abbracciavo, uscita dall'acqua, perché aveva il petto pelosissimo e faceva un freddo cane, alle 5 di mattina.
Divago.
Dicevo che tornammo a casa al mattino e avevo la sabbia addosso, ma la doccia fredda non la riesco a fare mai, neanche d'estate, eppure lo so che mi si rassoderebbero le tette. Andai a letto piena di sabbia, e non mi piacque, è questo che volevo dire.
C'era il gas staccato. Poi ci fu la luce staccata. Ci fu il frigo vuoto. Ci furono sei mesi nelle due stanze luride di mia nonna, con io che dormivo nel letto con nonno, nonna nella branda in cucina, mio zio nel suo letto e mia madre e mio fratello su un materasso per terra. Quindi insomma, a me andava anche bene, alla fine dormivo a letto. Finché l'altro zio non litigò con la sua fidanzata e diventammo davvero troppi, per 40 metri quadri. Sembravamo brutti, sporchi e cattivi.
E insomma, quando manca da mangiare, frega un cazzo se non puoi fare sport.
E invece ci pensavo.
Pensavo che volevo andare a cavallo.
Mio padre, lui sì.
C'era la foto di lui in comunità, con me e mio fratello sul cavallo e io mi ricordo di quando i nonni mi portavano di nascosto a trovarlo, e mia madre non voleva, e io pensavo che mia madre non capiva un cazzo, allora. Lo pensavo a sei anni, figurati a quindici.
Andavamo a cavallo, io e lui, avrò avuto sei anni, e lui mi diceva. La prossima volta andremo lassù, su quella collina. Poi la prossima volta non c'è stata. E' per questo che ho amato così tanto un uomo che mi faceva promesse vane, perché cercavo mio padre.
Quando ho conosciuto il padre delle mie figlie lui andava a cavallo, e bene. E mi faceva incazzare. Perché io non avevo mai imparato.
Poi A. mi ha detto. Io ne ho due, di cavalli. Andiamo assieme.
E c'è stata la prima volta, e io andavo già al trotto e al galoppo, lei diceva Sei portata. E io non avevo mica paura.
E andavamo, il giovedì, quando il negozio di intimo dove lavoravo era chiuso.
Non c'avevo le scarpe adatte, e neanche le ghette.
E poi abbiamo smesso. Ero incinta, era troppo rischioso. Poi ero incinta di nuovo. Poi era incinta lei. Poi era di nuovo incinta. E ora è incinta. Credo li abbia venduti, i cavalli. Siamo due e abbiamo sei bambini, quasi. Possono bastare.
Io però vorrei ancora andare a cavallo (e ci vorrei andare con lei, che mi manca).
Andare a cavallo è un po' come innamorarsi. Viene spontaneo.
E sai che magari ti fai male. Ma non è un buon motivo per smettere.
Non si dovrebbe dire niente, perchè è già perfetto così. Però provo lo stesso: i bimbi crescono e nel frattempo possiamo sempre sperare che i cavalli non si estinguano
RispondiElimina@gae, ecco, a questo scenario apocalittico non ci avevo mica pensato :)
RispondiEliminaChe bello leggerti Vale. Scrivi e ti racconti davvero molto bene, sei diretta sincera e molto vera. Per questo mi piaci!
RispondiEliminaIo ci ho provato ad andare a cavallo e non ero esattamente "portato"... forse per questo mi innamoro così poco???
RispondiEliminaCome si fa a non tornare a leggerti cara Valentina, i tuoi belli e sinceri racconti fanno capire molte cose.
RispondiEliminaBuona giornata cara amica.
Tomaso
Perchè non ho un'amica come te vicino a me. Vieni a Roma, polly, o vengo su io. Non posso piu' aspettare :-)
RispondiEliminaEcco questa volta mi sono proprio commossa.
RispondiEliminaScusa se mi permetto, però mi viene proprio spontaneo: un abbraccio, forte forte.
RispondiEliminaSono un'inguaribile lurker che si è letta più o meno tutto il tuo blog e ti scrivo per dirti che sei fichissima davvero. Giulia
RispondiEliminaA te vengono spontanee così tante cose belle ... le (mancate) docce fredde se non ti hanno rassodato le tette (ma mica ne hai bisogno!!!) ti hanno sicuramente rassodato cuore e cervello.
RispondiEliminaHai la marcia in pià in termini di percezione che hanno solo le persone con un passato "sofferto", che va beh magari uno preferiva venire su nella famiglia del mulino bianco ma, amen, almeno resta quello.
Ti mando una pacca tra le scapole che indugia quasi volesse essere una carezza
Mi sono commossa anch'io.
RispondiEliminaMi hai fatta commuovere e sorridere. Quando passo qui nel tuo blog mi rimane sempre in mente qualche frase tua per un po'. Parli davvero al cuore e alla mente!
RispondiEliminami piace tanto questo post.
RispondiEliminaSei sempre un salutare pugno nello stomaco. Grazie
RispondiEliminaAngela
io non so andare a cavallo e, se quello che ho sempre sentito dire è vero, i cavalli sono persone orribili... anche se non so se loro siano sporchi di sabbia.
RispondiEliminaPS: quella sporca (di sabbia) evidentemente eri tu, ma i brutti e i cattivi dove stanno?
Pare che ti ho ispirata allora... :D
RispondiEliminaMi hai fatto venire la pelle d'oca. Se fossi più vicina correrei da te, ti abbraccerei, poi forse rimarrei lì.
RispondiEliminaPerchè qua si sta di schifo.
@tutti: è vero, sono stata ispirata dal post di ieri di wonder, sappiatelo!
RispondiEliminaoh, però non mi commiserate che poi veramente mi sembra di fare la piccola fiammiferaia... :)
uff... faccio un po' il piccolo fiammiferaio anche io e dico che Blogger considera sempre i miei commenti come spam :(
RispondiEliminaForse fa bene...
bertuccino, basta dirlo, io dico a Blogger che non è spam, e lui pubblica!
RispondiEliminaTi seguo anche se non sempre commento... quasi mai, in genere quello che scrivi si basta da sè. Però oggi ti voglio proprio mandare un abbraccio. Ciao
RispondiEliminaIo dico che avevate poco, eravate costretti a vivere con poco... ma intanto tu già allora avevi molto dentro... e non c'è ricchezza materiale che tenga.
RispondiEliminaUn abbraccio!
e qui ti posso aiutare (?). io ho il "20 millions", che ora è al prato e non è nemmeno ferrato. però è tanto bravo e sono sicura che a lui piacerebbe se tu facessi un giro con lui.
RispondiEliminaquando vieni a trovarmi?
bacio paola
siiiiiiii!!!!
RispondiEliminanon vedo l'oraaaaaa! vengo prestissimo!
ciaooooo! Io ho un'asinella dolcissima che si chiama T'an suda XD (il nome non gliel'abbiamo dato noi, era già così) se vuoi te la faccio conoscere!
RispondiEliminaComunque è vero, quando mi manca il necessario mi dispero per la mancanza del superfluo....
Cavolo, mia madre mi ha messo su un pony a 5 anni, questo si è messo a correre come un matto e mi ha lanciato contro una balla di fieno (e meno male che era una balla). Da allora non riesco più ad avvicinare un quadrupede.
RispondiEliminami piace: ogni tuo post Polly,dal primo all'ultimo.
RispondiEliminanon mi piace:il narcisismo di Wonderland.
Eccezionale.
RispondiEliminati leggo da un po' e mi commuovi spesso, a volte mi fai incazzare.
RispondiEliminail tuo è il primo blog che ho iniziato a leggere, adesso ho deciso di scriverne uno.tutto questo per dire che ti ho aggiunto tra i miei preferiti. spero non ti scocci.
Bel post, mi ha colpita.
RispondiEliminaChe bello, sa di ricordi e di nostalgia.
RispondiElimina@ilmondorotola: mannò, perché mi dovrebbe scocciare...piuttosto dimmi perché ti faccio incazzare. anzi no, non dirmelo. Non c'è sempre bisogno di dire quello che si pensa di una persona. Baci.
RispondiElimina@oneword: uhm, al cinema mi addormento sempre, forse non sono una lettrice adatta.
@mr T: eddai, non esagerare. Queste cose che scrivo di getto, leggendole a posteriori le editerei abbestia.
@anonimo: grazie perché ti piaccio, ma wonder è una mia amica :)
Ho perso mio padre che avevo 22 anni e mia madre che ne avevo 23.
RispondiEliminaE poveri siamo diventati quando sono nata io dopo 3 fratelli ricchi a causa di un fucking debito di uno zio cialtrone.
A 19 anno vendevo le buste della spazzatura porta a porta.
Mai andata in piscina, danza, cavallo, inglese, tedesco.
Feci un corso di tennis un'estate. A 10 anni.
Così ho giocato a tennis con mio padre. Da piccola.
Volevo diventare tennista e sposare mio padre.
Per fortuna nè l'una nè l'altra è andata in porto.
Comunque vediamoci. Magari scopriamo di essere lesbiche.
;-)
Mi dispiace aver trovato, oltretutto mentre cercavo tutt'altro, solamente adesso questo post, perchè casco dal sonno ma verrò a trovarti, sicuramente e molto volentieri, domani. Buonanotte.
RispondiEliminaSei proprio diversa da tutte.
RispondiEliminaIo di certi miei mostri non riuscirei mai a parlare sul blog.
La frase di cui sopra vorrebbe essere un complimento.
vero, io ci sono altre cose che non scriverei mai. Queste di cui scrivo le ho metabolizzate da anni, non sono mostri.
RispondiElimina@lady: magari mi piacessero le donne! mi metterei con la mia migliore amica e non ce ne sarebbe più per nessuno. :)
@nikita: :)
quanto mi piace come scrivi!!
RispondiEliminaera da tanto che non ti leggevo e ogni volta è sempre più bella
un abbraccio di cuore
je
Ho scoperto da poco il tuo blog e mi sta facendo compagnia in questi giorni di forzata casalinghità. I cavalli sono stati il mio primo amore, ma non c'è mai stata la vera occasione di poter portare avanti la passione. Di un cavallo che montavo mi ero innamorata così tanto che sognavo che era un ragazzo bellissimo come il protagonista di un cartone animato giapponese ed eravamo innamorati. Purtroppo il suo padrone era un maniaco testa di ca.. e me ne sono andata. Per anni l'ho pensato e continuo a pensare che prima o poi tornerà anche il mio momento di andare a cavanìllo di nuovo.
RispondiEliminascusa la digressione, ma per me è la cosa più bella del mondo.