TORNA, VALERIO!

Come tutte le acide, io ho un gatto.
Una gatta, per la precisione. Se fosse stato un maschio lo avrei voluto chiamare Mao; una femmina si sarebbe chiamata Neruda; si chiama LaMici. La maggioranza si è dichiarata contraria ai poeti cileni e ai dittatori cinesi.
La micina è arrivata una sera d'inverno, che io e il Donatore ci eravamo da poco lasciati (per la dodicesima volta in, allora, sette anni, "ma stavolta davvero basta").
Siccome il Donatore non voleva animali domestici, e da qualche mese dormiva sul divano(per la precisione dal secondo giorno di convivenza, quando ho abolito la tv in camera, dopo averlo beccato che guardava Shining in piena notte. Dovete sapere che lui ha lo stesso identico sorriso di Jack, e c'erano pure le gemelline nella stanza accanto. Ma anche no!), mi sono procurata un animale domestico che occupasse, nottetempo, il suddetto divano. Nel caso il Donatore volesse tornare.
La micina, adesso che le bimbe sono a casa, in vacanza, al mattino parte. Loro pensano che vada a lavorare, e mi hanno detto, con aria serissima, che fa il lottatore di sumo oppure la benzinaia. Non sanno che la micina se ne sta tutto il giorno a osservarle a debita distanza, nel cortile del vicino.

Quello che invece non sapete, è che ho altri animali domestici.
Il primo, è Scorpioncino. Siccome la facciata della mia casa è in sasso a vista, lui credeva di essere in montagna e s'è stabilito qui. Prima che lo schiacciassi.

Poi c'è un geco, che vive in terrazza, è enorme, e quando ceniamo fuori lo vediamo che risale il muro, checcarino.
Infine c'è Valerio, che è un pipistrellino.
Valerio viveva nel mio salotto, che un tempo era un garage.
Ora vive nella stanza della caldaia. Noi lo amiamo molto. LaMici lo punta ogni giorno perché vorrebbe fare amicizia.

L'altro giorno ho assistito all'ennesimo attacco di bricomania del Donatore, il quale probabilmente starà combinando qualcosa alle mie spalle, se si sente in dovere di offrirmi servigi aggratis.
Il risultato è che il mio povero Valerio, insolentito dal martello pneumatico, se n'è andato.
E nessuno si mangia più le zanzare, gli altri miei animali domestici detti in amicizia Le Troie.

Io vorrei che Valerio tornasse, e gli dedico una canzone:

Carve your name into my arm. Instead of stressed, I lie here charmed. Cuz there's nothing else to do, Every me and every you. 

Pensando alla dedica delle canzoni mi è venuta in testa una cosa ridicola, e salto di palo in frasca perché oggi sono carica e quando sono carica non ho senso.
In prima media mi piaceva un tale che aveva tre difetti. Il primo: aveva un cognome strano siciliano che in classe storpiavamo paurosamente; poi era brutto, ma proprio brutto, che se vi dicessi il suo nome e lo andaste a cercare su Facebook mi prendereste per il culo per il resto dei miei giorni; infine, non mi cagava. E ho ringraziato a lungo gli dei per non annoverare S. nel mio curriculum. E insomma, il pomeriggio io non avevo un cazzo da fare, chiamavo Radio Castel Bolognese e gli dedicavo robe tipo Spaccacuore di Samuele Bersani. Oppure anche "E non mi dire che ho bevuto, il mondo intero mi ha fottuto", canzone poco nota (chissà perché) di Ne...Ne...va bene, avevo la cassetta di Nek. Ma lui non mi cagava lo stesso, non so era solo invornito che ruzzolava (rincoglionito, ndr), oppure se era per via della musica tremenda che ascoltavo a 12 anni.
Bah.
Buona giornata comunque.