CREATIVITA' NASCOSTA

Sabato sono stata in fiera a Bologna al Mondo Creativo. 

Embè, che avete da ridere, mai sentito parlare di disegno, ehm, naif e di tecnica della foto sfuocata?

No dai, sono andata per fare un giro con le bimbe e perchè sapevo che c'era lo stand delle blogger creative, con Mamma Felice in pole position.

Prima di partire, tanto per non smentire la mia vampata di creatività, ho buttato nella raccolta differenziata tutti i disegni delle bimbe che stazionavano nella macchina in cerca di collocamento e anche un po' tra i coglioni.

Ero emozionatissima, mi sembrava un po' di andare al concerto degli Oasis.

Così emozionata che a casa mi sono dimenticata di togliere i residui di ceretta dalle sopracciglia, e me ne sono accorta che ero già alla volta di Bologna, dunque ho passato il pomeriggio tra il timore che una mosca passasse troppo vicina alle mie palpebre e vi rimanesse incollata e la spasmodica attenzione a non aprire troppo gli occhi, per non ritrovarmi con un innaturale sguardo attonito qualore le mie ciglia si fossero incollate alle sopracciglia.

Così emozionata che nel parcheggiare ho caricato il marciapiede, procurando un taglio a una gomma (fortunatamente sono riuscita comunque a tornare a casa).

Solo che poi in fiera mi sentivo un po' a disagio, un po' come quando sono stata al concerto di Marylin Manson e con una croce rovesciata disegnata sulla fronte.

A un certo punto in uno stand hanno cooptato le mie figlie in un laboratorio di decorazione della carta, e io mi sono trovata sola in un mondo sconosciuto. Tipo cattedrale nel deserto vedo uno stand dove servono caffè. Mi ci fiondo dentro e mi vedo depositare in mano ferri e lana: era il famigerato stand del caffè con sferruzzamento annesso, dal quale sono scappata accampando la scusa della nonna moribonda e del gatto immunodepresso.

Poi le ho viste.

Le bloggers dico.

Per un quarto d'ora perchè poi mi scadeva il parchimetro.

Però un quarto d'ora intenso.

Ogni volta che ho incontrato una blogger avrei voluto guadarla. E basta. Per dieci minuti. Per mettere assieme un puzzle fatto di tanti post, e associargli quella faccia lì, quell'accento, quella voce, la sensazione che mi da una persona a pelle. Poi quest'operazione non mi è concessa, perchè sembrerei una maniaca. Io le persone le vorrei annusare come fanno i cani. Ma visto che non si può dico due stronzate, vergognandomi sottilmente del mio accento, della zeta che non so dire.

Però mi piace tantissimo quando scopro che dietro alle lettere luminose del pc ci sono persone vere.

p.s. Ho scritto un post per Sara, nel suo nuovo blog. Si parla di sicurezza sul lavoro, e il blog merita una menzione, ma anche il mio post sul medico competente, perchè è il mio primo post senza parolacce. Cazzo.