BERT E LA GOMMA

Cari tutti,
per la rubrica "Io ce la posso fare" quest'oggi abbiamo con noi Bert, che è uno dei miei blogger preferiti e di cui sono stata la prima sostenitrice.
Bert ci racconterà la sua dolorosa esperienza con la gomma forata.
In fondo all'articolo troverete anche il link a un video esplicativo (non provate a scrollare la pagina senza leggere la sentita testimonianza). 
Qui invece potrete scaricare il riassunto con le istruzioni per la sostituzione di una gomma forata, da tenere sempre a portata di mano (io le ho già messe nel cruscotto, ma in mancanza potete tenerle nel cestino della bici; nella confezione del tabacco sfuso; ben ripiegate nel reggiseno; o anche in mano).
La prossima settimana vi racconterò la mia trucida esperienza con Rromano dde nome e dde fato, e vi spiegherò come si fa ad imbiancare le pareti di casa mentre  l'imbianchino si fa una "birreta" al bar.
Tutti possiamo farcela.
Vediamo come.
  
Era una notte buia come solo una notte sa essere e mediamente tempestosa, diciamo parzialmente nuvolosa con subitanee precipitazioni a carattere temporalesco, quando decisi di caricare in macchina (quasi con la forza) mia sorella e mio cugino per andare a vedere Up.
Cammina cammina, decisi di prendere la scorciatoia che passa proprio in mezzo al bosco, no, scusate, questa è un'altra storia, quella giusta dovrebbe essere questa: guida guida decisi di prendere la scorciatoia che passa nel bel mezzo di una zona industriale, e fu proprio lì che incontrai la proverbiale buca dalle dimensioni di una piscina olimpionica. Rallentai raggiungendo una velocità di crociera pari a un numero di km/h compreso tra 20  e 40, tagliamo la testa al toro e diciamo che erano 30 km/h.
Arrivati all'agognata meta dopo il periglioso viaggio sotto la pioggia ci rendemmo conto che la buca/piscina olimpionica aveva fatto il suo dovere, e forse molto di più, visto che una gomma era completamente a terra... lo dicevo io che la macchina aveva qualcosa di strano. Sul momento decidemmo di adottare la decisione meno saggia: fregarcene e andare a vedere lo stesso il film. Finito il film (che mi è piaciuto un sacco, ma di tre è piaciuto solo a me) la mia speranza era che la pioggia fosse cessata o, in alternativa, che la gomma si fosse riparata e gonfiata autonomamente: per fortuna una delle due cose era successa veramente, purtroppo la prima.

Armato di sconforto e poca pazienza aprii il portabagagli, trovai senza troppa fatica quei cosi che servono per cambiare la ruota e il ruotino di scorta. Alla vista del cric a parallelogramma (l'ho imparato ora grazie a wikipedia che si chiama così) rimasi immediatamente affascinato e mi sforzai di capire come farlo funzionare senza dover mettere la mano destra sul blu, il piede sinistro sul giallo e il naso centrale sul rosso; alla fine ci riuscii, evidentemente non era molto difficile inserire quel coso che serve a cosare nel coso di quella forma in modo che poi girando fai cosare la cosa e si alza*.
A questo punto rimaneva un problema serio:
dove mettere il cric per non scriccare tutta la fiancata della macchina?
Mio cugino per puro caso sapeva come posizionare il cric; tuttavia, anche in mancanza di portatori sani di tali ataviche conoscenze, non dovreste incontrare particolari difficoltà nel compiere questa operazione in quanto le auto sono generalmente dotate di frecce in rilievo che segnalano il punto esatto dove va posizionato il cric. 
Insomma, il cric era al suo posto e io, padrone della tecnica di giramento di cric, alzai la macchina per ricordarmi solo successivamente che prima è meglio allentare i bulloni della ruota da cambiare, quindi la riabbassai e allentai i bulloni.

Allentati i bulloni (ah, ho saputo di aver sbagliato anche qui, perché non si dovrebbero allentare in fila, ma "a stella", nel senso che se ne allenta uno a caso e poi quello opposto) rialzai la macchina, tolsi la ruota, posizionai il ruotino, e avvitai i bulloni senza stringere troppo (anche perché se ci avessi provato la ruota volante avrebbe iniziato a girare diventando così una ruotavolanteruotante, il che è fisicamente impossibile), riabbassai la macchina, strinsi i bulloni al massimo delle mie possibilità e raccattai quello che era rimasto lì intorno per gettarlo nelle profondità molto poco profonde del portabagagli; ovviamente la ruota era sporca e ogni cosa era bagnata, quindi alla fine io ero sudicio e fradicio.

Il viaggio di ritorno procedette lentamente (per via del ruotino) senza troppi intoppi e, anche se a dirla tutta io non avrei mai creduto che i bulloni stretti da me avrebbero retto, arrivammo sani e salvi.
Quindi posso dire a gran voce:

IO POSSO FARCELA.
(e se ce la faccio io ce la fanno veramente tutti)


N.B.:
Tutta la procedura dovrebbe essere fatta con il freno a mano tirato e su un terreno pianeggiante e resistente, per evitare che il cric sprofondi nel terreno o che la macchina sollevata inizi a muoversi, è inoltre importante ricordare che non serve sollevare la macchina di decine di metri da terra, bastano anche un paio di centimetri per cambiare una ruota.
Nel montare il ruotino, o la ruota di scorta, prima di togliere il cric, i bulloni non devono essere necessariamente strettissimi, ma bisogna fare attenzione che la ruota sia ben fissata, non deve avere la possibilità di muoversi, perché un eventuale montaggio fuori asse potrebbe poi causare problemi ben più gravi, quindi i bulloni vanno comunque stretti, ma senza pensare di dover fare dei numeri da circo con la ruota volante.
Se non riuscite a trovare i bulloni significa che vi trovate di fronte ad un copricerchione, di solito sono ad incastro, quindi per toglierlo basta tirare.
Se avete montato il ruotino dovete necessariamente moderare la velocità e non superare mai gli 80 km/h, inoltre meno strada ci fate e meglio è.
E se non mi sono spiegato potete sempre guardare questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=iDnOTd-3w3w

*questo per chi come me ha il cric "da montare" e significa: "inserire un'estremità della manovella nell'apposito occhiello, così da poter far girare la vite che, a sua volta, farà magicamente sollevare la macchina".