Ormai è noto che io sono un po' il Grinch: mi sento a disagio nei confronti di ciò che ai più provoca gioia ed eterea felicità (no, vabbè, oggi sono solo di cattivo umore). E allora quando ieri ha cominciato a nevicare che dio la mandava, non è che io fossi troppo allegra. Non so voi, ma a me la neve provoca freddo. Sarà che non mi sono mai procurata un equipaggiamento idoneo e continuo a crogiolarmi nell'illusione che vivo in un luogo dal clima mite. Non è così. In Italia fa freddo; in Emilia Romagna c'è più umidità che dentro alla pentola fumante delle tagliatelle, ergo fa un freddo cane. Quando nevica i casi sono due: o convinco il Donatore a portare le bimbe a divertirsi fuori, oppure, ed è il caso di ieri, non resisto nell'opportunistico intento di non litigare con il suddetto, e gliele devo portare io. Il mio abbigliamento per stare "calda" è un incrocio tra "sono appena scappata da un centro sociale" e "sono appena scappata dal set
Vita, morte ma soprattutto miracoli di Valentina Santandrea