Dai, volevo dirvelo alla fine ma so che poi non avreste letto il post, e allora tanto vale che vi dica subito chi ha vinto il mio candy, che tra l'altro è stato anche un po' stressante, per voi, perchè ho fatto la paracula e non vi ho detto quale look mi piaceva di più; per me, perchè ho fatto la splendida con la storia del sondaggio eppoi invece sono diventata scema (p.s. anche voi avete fatto una certa fatica a votare, dal report noto che qualcuna ha impiegato 4 minuti per rispondere...). Comunque, la giuria popolare ha eletto, a pari merito Sononera e Paola. Miah per pochissimo è arrivata seconda e riceve un bacino virtuale (che culo eh!) e un caffè, se passa da queste parti. Sononera e Paola mi inviino tramite email il loro indirizzo per le magliette.
Ma veniamo a noi.
Dovete sapere che io, fino ai 22 anni, avevo degli hobby e anche una vita mondana, che, come per tutte voi, sono andati a cagare nel momento in cui ho fatto la conoscenza con quei due Gremlins di meno di due chili che si dibattevano nell'incubatrice.
Prima, uno tra gli eventi più attesi dell'anno era la gita all'Ikea con mio fratello. Per noi della provincia, un viaggio fino a Bologna richiede una certa preparazione spirituale.
Ciò (con l'accento circonflesso) (intercalare romagnolo).
Bisogna guidare in autostrada per circa mezz'ora. Si parte la mattina e si torna alla sera. Insomma, un'impresa mica da poco.
Noi in genere andavamo per comprare quei bon bons di pasta alle nocciole e cocco. All'entrata prendevamo il foglietto per gli appunti e qualche decina di matite, che usavamo per annotare il numero di donne incinte o di coppie gay, a seconda: vinceva chi ne scovava di più. Nel frattempo provavamo i divani, i letti, simulavamo avvincenti conversazioni nelle cucine, con tazze di the fumante (con un po' di fantasia, ovviamente), e discussioni di lavoro nell'area scrivanie.
Tutto ciò non è più possibile.
Sia chiaro: l'Ikea è un luogo altamente baby friendly, a dimostrazione del fatto che omosessuali e bambini possono convivere.
Peccato che all'ingresso, dove ci sono quelle enormi vasche di palline colorate e quei simpatici animatori ai quali amavo affidare le mie figlie, hanno messo il timer. Ci impieghi una mezz'oretta a compilare i moduli con i tuoi dati e quelli dei bambini; dieci minuti a trovare un armadietto per le scarpe libero, e, quando finalmente stai per liberarti del pargolo, uno dei gentili animatori di cui sopra, ti dice che te lo devi riprendere dopo un'ora.
Pare che si sia arrivati a tale drastica soluzione dopo che si sono verificati i seguenti fatti*:
- diverse madri, dopo ore di shopping, sono tornate a prendere i bambini talmente serene e amabili che i figli non le hanno riconosciute e si sono messi a gridare. A quel punto si è telefonato ai padri a casa, i quali, giunti sul posto, hanno sbraitato circa gli acquisti insensati della moglie. Al chè i bambini hanno finalmente riconosciuto i genitori, ma l'animatore era comunque già in orario straordinario e alla Direzione Generale la cosa non era piaciuta;
- alcune madri approfittavano delle palline dell'Ikea non per fare shopping all'Ikea, bensì per recarsi all'attiguo centro commerciale e la cosa, alla Direzione Generale, non era piaciuta;
-infine, pare che una disgraziata, slacciando amorevolmente le scarpe al pargolo per depositarlo allo spazio giochi, si sia fatta scivolare dalle tasche davanti allo sbigottito animatore, un biglietto di sola andata per Cuba. Pare che in macchina detenesse un paio di bauli e i documenti per l'espatrio.
Non che io non ci abbia pensato, di lasciare per sempre le Brulle a quei simpatici animatori, sia chiaro. Penso che, se non vogliono diventare la succursale dell'orfanotrofio, dovrebbero applicare un microchip sotto pelle ad ogni genitore che consegna i figli.
Ma il timer no.
E io che ci faccio all'Ikea per un'ora?
*è evidente che le notizie riportate sono false. Ma qualche anno fa lessi, davvero, che una signora straniera residente a Genova, essendo sola e non avendo trovato posto all'asilo pubblico, lasciava il bambino nello spazio bimbi dell'Ikea. Ciò purtroppo fa pensare (al "grande" sostegno che la cattolica, tradizionalista e mammona Italia da alle famiglie. Del resto, ormai tutto si chiarisce con le parole magiche "non ci sono i fondi")
Ma veniamo a noi.
Dovete sapere che io, fino ai 22 anni, avevo degli hobby e anche una vita mondana, che, come per tutte voi, sono andati a cagare nel momento in cui ho fatto la conoscenza con quei due Gremlins di meno di due chili che si dibattevano nell'incubatrice.
Prima, uno tra gli eventi più attesi dell'anno era la gita all'Ikea con mio fratello. Per noi della provincia, un viaggio fino a Bologna richiede una certa preparazione spirituale.
Ciò (con l'accento circonflesso) (intercalare romagnolo).
Bisogna guidare in autostrada per circa mezz'ora. Si parte la mattina e si torna alla sera. Insomma, un'impresa mica da poco.
Noi in genere andavamo per comprare quei bon bons di pasta alle nocciole e cocco. All'entrata prendevamo il foglietto per gli appunti e qualche decina di matite, che usavamo per annotare il numero di donne incinte o di coppie gay, a seconda: vinceva chi ne scovava di più. Nel frattempo provavamo i divani, i letti, simulavamo avvincenti conversazioni nelle cucine, con tazze di the fumante (con un po' di fantasia, ovviamente), e discussioni di lavoro nell'area scrivanie.
Tutto ciò non è più possibile.
Sia chiaro: l'Ikea è un luogo altamente baby friendly, a dimostrazione del fatto che omosessuali e bambini possono convivere.
Peccato che all'ingresso, dove ci sono quelle enormi vasche di palline colorate e quei simpatici animatori ai quali amavo affidare le mie figlie, hanno messo il timer. Ci impieghi una mezz'oretta a compilare i moduli con i tuoi dati e quelli dei bambini; dieci minuti a trovare un armadietto per le scarpe libero, e, quando finalmente stai per liberarti del pargolo, uno dei gentili animatori di cui sopra, ti dice che te lo devi riprendere dopo un'ora.
Pare che si sia arrivati a tale drastica soluzione dopo che si sono verificati i seguenti fatti*:
- diverse madri, dopo ore di shopping, sono tornate a prendere i bambini talmente serene e amabili che i figli non le hanno riconosciute e si sono messi a gridare. A quel punto si è telefonato ai padri a casa, i quali, giunti sul posto, hanno sbraitato circa gli acquisti insensati della moglie. Al chè i bambini hanno finalmente riconosciuto i genitori, ma l'animatore era comunque già in orario straordinario e alla Direzione Generale la cosa non era piaciuta;
- alcune madri approfittavano delle palline dell'Ikea non per fare shopping all'Ikea, bensì per recarsi all'attiguo centro commerciale e la cosa, alla Direzione Generale, non era piaciuta;
-infine, pare che una disgraziata, slacciando amorevolmente le scarpe al pargolo per depositarlo allo spazio giochi, si sia fatta scivolare dalle tasche davanti allo sbigottito animatore, un biglietto di sola andata per Cuba. Pare che in macchina detenesse un paio di bauli e i documenti per l'espatrio.
Non che io non ci abbia pensato, di lasciare per sempre le Brulle a quei simpatici animatori, sia chiaro. Penso che, se non vogliono diventare la succursale dell'orfanotrofio, dovrebbero applicare un microchip sotto pelle ad ogni genitore che consegna i figli.
Ma il timer no.
E io che ci faccio all'Ikea per un'ora?
*è evidente che le notizie riportate sono false. Ma qualche anno fa lessi, davvero, che una signora straniera residente a Genova, essendo sola e non avendo trovato posto all'asilo pubblico, lasciava il bambino nello spazio bimbi dell'Ikea. Ciò purtroppo fa pensare (al "grande" sostegno che la cattolica, tradizionalista e mammona Italia da alle famiglie. Del resto, ormai tutto si chiarisce con le parole magiche "non ci sono i fondi")
Notizie false un corno!
RispondiEliminaGuarda che all'Ikea di Carugate si mollano anche i bimbi per far la spesa al centro commerciale lì vicino.. Vergogna!!
Non ci ho ancora mandato la mia piccola, ma la prox volta può fare quello che vuole!
Io prendo i dolcetti quelli cilindrici verdi col ripieno al cacao. Slurp!!!
ho vinto ho vinto! sono fiera di te , sono fiera delle tue lettrici che hanno votato il mio look, sono fiera del cappotto e delle scarpe piu' belle del mondo che ti assicuro vorrei pure io!
RispondiEliminagrazie ancora!
ora ti scrivo per benino...;-)
ps: non vado piu' all'ikea da quando ho scoperto di poter comprare tutto on line sul sito di mondoconvenienza..non è la stessa cosa lo so, ma faccio meno fatica e rosico molto meno, dato che non avendo una casa mia, non posso comprare praticamente nulla..;-)
porcavacca! mi avete soffiato il posto per un pelo! Occhio che il caffè me lo vengo a prendere eh, marche-emilia son così amorevolmente vicine!!!
RispondiEliminaAll'Ikea prendono anche le poppanti????
Ci siamo stati proprio domenica, abbiamo comprato la bellissima poltroncina poang per nani; si è divertito un mondo a fare di tutto per sabotare le mie doti da uomotuttofare di casa (per me anche montare un tavolino ikea ha del difficile) e quando era bella e pronta per sedersi, il nano infimo non l'ha più cagata di striscio: son soddisfazioni!
RispondiEliminaPS: per il momento non abbiamo mai lasciato il nano, non vorremmo che poi si rifiuti di tornare a casa! :-)
Non ci sono i fondi, certo che no. Il Pdl si magna todo!
RispondiEliminaIgra
wow! ho vinto!
RispondiEliminadopo vuoi anche la foto con l' abbinamento della verdura-maglietta o esageriamo???
parlando di ikea e di regime ( ops, di governo, di fondi, ecc ): allora, io non ho mai lasciato li' Francy - me lo sono sempre portato dietro ... un bel rischio considerando che l' ikea e' il posto in assoluto piu' eccitante per un bambino. vabbe', mi piace soffrire.
per il resto - quel piccolo sottovalutabile problemino che le mamme italiane hanno con il mondo del lavoro una volta si accorgono di avere un piccolo essere ( o 2 ) che abita le loro pance ... beh ... non farmi dire niente, va'.
che 'sta cosa delle mamme che lasciano i bambini all' ikea perche' l' asilo e' un problema bisognerebbe scriverla a caratteri cubitali sullo zerbino della gelmini.
paola
oh ragazzi, non mi fate sentire una cattiva mamma perchè lascio le bimbe tra le palle levandomele dalle palle! :) loro sono tre, il chè significa 1) che portarsele in giro è un pochetto traumatico, anche se sono buone! 2) che le potrei lasciare anche all'autogrill: loro si bastano! anzi, a volte sono state loro a dimenticare me!
RispondiElimina@miah: arghhh, io sto in romagna, diversissimo dall'emilia! :) e comunque volendo ci spariamo il caffè a metà strada, ad occhio e croce rimini. urca, 70 km per un caffè sono tantini. vabbè, dai, anche un giro alle befane...o all'ikea.
Sempre meglio che lasciare i bambini ai Carabinieri, come ha fatto un papà che "aveva da fare".
RispondiEliminaP.S. io non vado mai all'Ikea in quanto hanno troppissima roba che non posso fare a meno di comprare anche se non mi serve
ciao polly ... ma dove trovo la tua email?
RispondiEliminasai che sono stordita ...
ti lascio la mia, cosi' se vuoi puoi rispondermi ( e non solo per la verdura-maglietta, ovviamente! )
paolafrancy07@gmail.com
paola
Io non risucivo a decidermi fra le due vincitrici. Ho praticamente tirato la moneta.
RispondiEliminami piaci un sacco!
RispondiEliminaio non ha mai avuto il coraggio di realizzare il mio sogno: una mega partita di nascondino all'Ikea! Gente chiusa nel PAX, sotto un piumone, avvolta da una tenda, incastrata nell'angolo occasioni...
dalle8alle5: buahahah io come te, "vado a fare un giro all'ikea anche se non mi serve niente" ed esco con 200euro di roba :D
RispondiEliminaAlle befane ci andrò in spedizione in settimana, se incontri una psicopatica vestita di rosa con un passeggino rosa e una bimba rosa, siamo noi! :D
Io sono emiliana :-D
RispondiEliminaComunque l'idea di usare lo spazio bambini Ikea come asilo è molto buona!!!
pure a me piaceva il look di sononera, ma ti vedrei benissimo anche con quello reinterpretato da te : )
RispondiEliminacacchio, però, mica dovevi scrivermi 'sta cosa dell'ikea che poi son tentata di abbandonare la nana lì e comunque meglio tra le palline che in autostrada no?
@bianca: ma come, non dicevi che era da nonna? :)
RispondiElimina@strilly: tranqui, io non ce l'ho con gli emiliani, però emilia e romagna sono cose diverse (via, non facciamo i leghisti, ho anche un paio di ottimi amici emiliani)
@cocchina: fichissimoooo!
@roccia: arghhh, allora è colpa tua se devo spedire due magliette anzichè una? :)
@dalle8alle5: io non potrei perchè in famiglia proviamo una certa inquietudine per i carramba, bimbe comprese...
enno! quello era proprio da nonna, tacco 8, e giacchina di chinz floreale...
RispondiEliminail tuo era leggermente diverso ;)
noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
RispondiEliminaho perso!
presto presto un altro candyyyyyyy!!!!!!!
il mio sogno proibito all'ikea, oltre che poter finalmente lasciare la pupa nello spazio bimbi (temo che ora sia troppo piccina), è girarci un cortometraggio, tipo sitcom.
RispondiEliminaci piaceeeeeeeeeee... che sei femminista!! da pazzi!!
RispondiEliminati invitiamo a vedere anche questa:
http://www.facebook.com/pages/Donne-ultraviolette/135455783154971?ref=mf
dai, e nn dire che nn hai fb.. guardala dal pc di un'amica!
;)
mah..mah... non ho vinto.... :((
RispondiEliminaed io che ci tenevo alla maglia finocchio..
vabbè..
per quanto riguarda l'ikea baby parking, non l'ho ancora mai provato..
non vedevo l'ora che crescesse per potercelo lasciare..:??!!
ma la cosa del tempo limitato vale solo per Bologna vero????
lo spero..perché io in un ora ho solo appena finito la 'sosta' bagno/ristorante che dà inizio al mio rito di frequantazione ikea..
e.
@emanuelas: se capiti qua te ne regalo comunque una! (tu a roma e io a faenza...capitare è una parola grossa...) ;)
RispondiElimina@ondina: fb lo odio però sono femminista e di quelle acideeeee!
@giulia: è stato troppo faticoso per i miei gusti, però ti consiglio di farti un giro su "la margherita e il lappio": paola ha indetto un gioco a tappe su polyvore, con premi vari! la prima tappa finisce mi pare domenica!
io vorrei partecipare al nascondino di cocchina...
RispondiElimina