PARLANDO DI BIPOLARISMO

Week end massacrante, dovuto alla presenza del Bipolare in fase soprattutto down, ma a tratti anche up, e all'andamento bipolare della mia pressione arteriosa: ieri pomeriggio 80 su 60, stamattina 120 su 70. Mi assale il dubbio che forse forse non sto tanto bene.
Forse.
Un male che non ha medicine, però.
Un male che è sembrato andare un po' meglio domenica mattina, che Alice mi ascolta sempre piangere e spero che le mie vibrazioni negative si fermino dentro al telefono e non investano la sua pancia. Avere lei. Sono comunque fortune.

E sabato sera, con Serena che mi fa l'effetto di una vodka lemon.
Una serata non programmata, quella di sabato.
Ce ne siamo andate al fiume tutto il pomeriggio, con le bambine, vicino a casa. Fortuna che dicono che il caldo da fastidio ai bambini e agli anziani. Le bimbe erano vispe almeno come al solito, io sono stata tutto il week end in punto di svenimento. Non ho capito se è perchè sono anziana. Sì, dev'essere per quello.
A cena, cappelletti al ragù, tanto per stare leggeri, vecchi e bambini. I cappelletti sono la versione romagnola dei tortellini, e ve li raccomando.
Si fa l'ora della nanna e le mamme decidono di regalarsi una serata improvvisata, di mandare le bambine a dormire con i babbi. Noi ce ne andiamo alla Festa della Birra. Che tanto a me la birra non piace, lo sai Bipolare, torneremo a casa stanchissime nel giro di mezz'ora.
E invece ce ne siamo state in giro fino alle 4, a ballare, ridere, cantare in macchina a squarciagola, chiacchierare al bar ben oltre la chiusura delle serrande, poi qualcuno ha urlato "lasciatemi dormire". Abbiamo ottenuto in esclusiva mondiale un autografo da uno che assomigliava in modo impressionante a Tiziano Ferro e ci credeva anche. Abbiamo ascoltato un gruppo di scoppiati in tutina anni '80 intonare "Free Way", quella dei Bee Hive, con Mirko e Satomi alla tastiera.

Poi ci si sveglia alle 8 di mattina, si scalda il latte, si spalma la Nutella sul pane, e ti chiedi se sei più quella nervosa del pomeriggio, o quella carica della sera. Quella che piange al telefono con Alice o quella così distratta che ti saluta solo se squarci la nuvoletta dei suoi pensieri. Quella che dice ti voglio bene alle bimbe prima di andare al lavoro, o quella che urla cattiverie a chi le ha spezzato il cuore. Quella che se ne va in macchina a piangere in un punto panoramico o quella che scrive cavolate a raffica sul blog. Quella che guida ballando il reggae, o quella che legge le poesie.

E ti accorgi che in fondo non sei niente di tutto ciò.
Che sei tu. Punto.