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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

UN'ALLEGRA SCAMPAGNATA-UN QUESITO ANTROPOLOGICO-POSTATEMI LA RICETTA DELL'ERBAZZONE, PLEASE!

LUI è l'opposto del gay televisivo e colorato. Veste vagamente grunge, ha sempre la barba lunga. Non guarda la televisione, legge libri di un certo spessore. Parlo ovviamente di spessore fisico, vista la sua disciplina accademica. La sua intelligenza è spiazzante: ho letto la sua tesi e non ho capito quasi un cazzo. E' un iconoclasta, ma vorrebbe sposarsi, per principio. Mi sgrida se critico l'aspetto delle donne che passano (retaggio della mia educazione provinciale, mea culpa!). Non si urla, quasi non parla di sè e io adoro la sua discrezione, vagamente vintage. Noi, si abita a 120 chilometri di distanza e ci si vede due volte l'anno, anche se ci teniamo telematicamente abbastanza aggiornati. Sabato sono andata per la prima volta nella sua città. In treno mi sono accorta di aver dimenticato il cellulare, ma ero certa che l'avrei trovato fuori dalla stazione, probabilmente un po' in anticipo. Mi sbagliavo, mi aspettava sul binario. Abbiamo fatto un tour approfo

DOMANI SMETTO

Se vi dicessi che questi ultimi sei mesi sono stati particolarmente intensi, mentirei sul "particolarmente", perchè la mia vita è stata sempre particolarmente densa. Soprattutto di dolori, di lutti, di sfighe, di vuoti. Quando non ce la facevo più, sono andata dalla psicologa dell'asl, poi sono sparita, poi sono tornata, e infine le ho detto che stavo bene. Il 2010 fin'ora mi ha riservato cambiamenti piccoli ma decisivi, il primo dei quali la stabilizzazione del mio contratto lavorativo, che di certo non mi permette l'agiatezza, ma almeno non mi relega più nella precarietà. Ora ce la faccio, da sola, con tutto quello che ne consegue. Ieri, in un giorno solo ho fatto Bingo. Non che mi sia cambiata la vita, ma zitta zitta, ho fatto due passettini che da tempo volevo e dovevo fare. First of all: ho aperto un conto corrente mio. Prima avevo un conto corrente cointestato con il padre delle bimbe e questo per me significava: quello che è tuo è anche mio, ma soprattutto

L'UTILITA' DELLA TECNOLOGIA

Io sono un po' un cane, parlando di tecnologia. Anzi, pur non volendo offendere i quadrupedi, sono IL cane della tecnologia. Tipo che ieri, al telefono, la mia amica mi diceva del suo commercialista, a giorni papà, che tra una spesa detraibile e una deducibile, le ha detto che sogna di fare sesso sfrenato con lei. Cioè. Non la moglie. Comunque. La mia amica mi dice che questo ha l'aifon, e io ho capito che stavamo parlando dell'iPhone solo dopo uno spelling dettagliato. Cioè, sarà che l'inglese-romagnolo si capisce poco, ma comunque io, anche dopo aver inquadrato etimologicamente quell'aggeggio (derivato dell'Hi Fi?), non so ancora a che cazzo serva un iPhone. Dicevo. Nonostante la mia scarsa attitudine a tutto ciò che ha un manuale d'istruzioni o distruzioni, capita che io, raramente eh!, mi avventuro nella giungla delle funzionalità del mio modesto cellulare. Non che ci sia molto da sapere. In effetti sarebbe buona cosa imparare a salvare i numeri degli al

OGGI VA COSì

Oggi va così. Mi sento come se avessi messo il cartello "vendesi" sulla mia casa. Non so. Guardo il pc e non so fare niente, mi sembra che tutte le sinapsi nel mio cervello si siano anchilosate e devo darmi una mossa perchè c'ho una pila di lavoro e altre cose, e una giornata stesa davanti a me come un tappeto rosso, e una settimana che è appena cominciata, e forse una cinquantina d'anni di vita, ancora, se sono nella media o un po' sopra. Ho voglia di un cioccolatino. Un Mon Cheri, come piace a me. Non è bello addormentarsi la domenica sera che piangi dentro e che cerchi di non pensare a niente. Perchè il giorno dopo è lunedì, e non puoi non pensare. Ti tocca. E se poi ringraziando dio, il sonno arriva subito e veloce, non puoi sognare di essere morsa dal tuo cavallo bianco, che si rivolta, e le briglie ti si attorcigliano tutte e non ti resta che saltare giù sperando di non farti troppo male. Perchè anche se hai dormito male, la sveglia arriva puntuale, così com

INCONTRI PENDOLARI (nel senso della stazione)

In treno succede spesso che t'incontri umanità di vario genere. A volte si fanno anche incontri interessanti, ma solo se il viaggio dura più di dieci minuti. L'altro giorno per esempio, un tipo belloccio, di quelli come piacciono a me, con la barba lunga e gli occhi verdi, mi s'è seduto di fianco, in una carrozza semi-vuota, e mi ha chiesto se il treno andava a Borgo San Lorenzo. E durante il viaggio mi sbirciava e lo sbirciavo anch'io. Io pensavo: "non dirmi che finalmente è la volta che qualcuno ci prova"...ma l'iddilio è durato 8 minuti, più o meno il tempo di arrivare alla prima fermata. E sono scesa. Azz. A 14 anni invece, andando a scuola, conobbi un tale bruttino e volgarotto, che allora mi sembrava un "figo", e, dopo qualche settimana di approcci più o meno velati, ci limonai sul treno delle 7.40, poi lui non mi degnò mai più di uno sguardo perchè, così disse a uno che conoscevamo entrambi, ero una "suora" (???). Io le mie figli

RIFLESSIONE SEMI-SERIA SU TRADIMENTI E FEMMINISMO

Non sono sempre stata femminista, no. Perchè quando si tratta di rompere i coglioni sui nostri "diritti", siamo tutte femministe; quando c'è da essere solidale con le altre donne, meno. Soprattutto da adolescenti, si è ancora vittime del retaggio culturale della caccia all'uomo con tutti i mezzi, anche l'uccisione delle altre. Poi mi sono capitati due fatti contestuali. Era il 2005. All'Università mi spedirono a fare il tirocinio al Centro di documentazione delle donne di Bologna . Uno. Poi andai a fare l'ecografia morfologica e scoprii che Gregorio e Michelangelo non avevano messo assieme il pisellino e che quindi dovevo ripensare i nomi, e qualcuno mi ha pure detto che è stato un bene, se non fosse che si sono chiamate Feto destro e Feto sinistro fino alla nascita e si è seriamente temuto che io non avrei mai deciso il nome di Feto destro.E questo è il secondo fatto. In poco tempo ho sviluppato una mia coscienza di genere. Che significa in pratica che no

DECALOGO DELLA MAMMA DEGENERE

Quando porto le bimbe all'asilo e mi becco "quella" mamma mi prende sempre l'ansia da prestazione. Mi chiedo come faccia ad avere 10 anni più di me ed essere glamour, ad avere un figlio carino, ad avere un marito belloccio che la chiama "mammina" e la porta in ferie a Ibiza...e allora, acida come sempre, soprattutto nei confronti di me stessa medesima, vi posto il mio week end. Da non imitare. 1) La Perfetta Madre Degenere (pmd) il venerdì sera si reca con l'amica l'Ale in una nota località Marittima (Milano), spendendo in una pizza e una bottiglietta d'acqua il budget destinato alla mensa di una settimana. La pmd esibisce sulla maglietta una pin con un vistoso suino recante la scritta MEN. 2) La pmd, alle ore 01.30, decide di andare a dormire. Lo fa nell'unico modo possibile, allestendo un divano letto a casa della sua stessa madre. 3) La pmd torna a casa dalle figlie la mattina del sabato alle ore 11 e decide di anticipare la promessa giorn

CEDESI UOMO USATO+ACCESSORI IN CAMBIO DI...

Questo post è dedicato a quante un marito ce l'abbiano ancora. Io, di fatto, ho dimenticato la conformazione fisiologica dell'uomo dal collo in giù; peraltro mi consolo egregiamente con letteratura di qualità, anche se ho dovuto rinunciare a un certo tipo di narrativa sudamericana, che, nei periodi di carestia, considero troppo libertina. In genere le performances del compagno vengono raccontate alle amiche solo quando questi assurge al mitico status di "ex". Per dire, anni fa ho saputo di un tale che ce l'aveva delle dimensioni di un cotton fiocc usato, e, siccome vivo in un paese, e gira e rigira è ampiamente praticata l'endogamia, ora che costui è sposato a una che conosco, mi faccio certe risate sotto ai baffi. Ultimamente però, ho carpito anche lamentele di amiche relative al compagno/ marito fisso. Metti che lo trovi, finalmente. Uno belloccio, brillante, uno che come te, pensa che culo, ama la caccia alla volpe. Uno magari che ha la mamma che vive in Pa

POST MALINCONICO SENZA TITOLO

A ridosso dell'appennino, viaggiando da casa mia verso Firenze, è arroccato un paesello di nome Marradi. E' il primo comune toscano, mentre Brisighella, dove ora vivo, è l'ultimo comune romagnolo. Terre di confine, si potrebbe dire. I marradesi mi paiono gente alla buona, con il jeeppone o la Panda 4x4, che d'inverno, quando scendono a Faenza, li riconosci dal blocco di neve sul tettuccio. I marradesi hanno un accento un po' bastardo, o ibrido, che dir si voglia. Non è romagnolo ma neppure toscanotoscano. A Marradi, incastonata tra i poggi, c'è una comunità di recupero, tirata avanti da un prete e dai suoi collaboratori. Gente con i controcoglioni, persino per me che se sento sussurrare una preghiera mi partono almeno tre starnuti consecutivi; persino per me, che quando sento le sparate del papa rischio l'anafilassi. Gente con gli scarponi ai piedi, lontani dalla spocchia cittadina. Che se hai a che fare con i tossici, le loro crisi, le loro storie, puoi anc

QUESTA POI

Sole, sole, sole! Mi dicono che ieri mattina Il resto del Carlino, quotidiano serissimo al quale sono abbonati tutti i bar Sport che si rispettino, titolava, in prima pagina: "E' scoppiata l'estate". La notizia dell'anno, direi. Vabbè, passiamo ai fatti seri, va'! L'altra sera ero intenta a cucinare un manicaretto: salsiccia con fagioli e un quintale di cumino, accompagnata da riso basmati. Arriva Carolina gridando: "mamma vieni a vedere, devi venire assolutamente!". Ogni mamma che si rispetti saprà che risposta ho dato a mia figlia. In coro! "Ora ho da fare" (risposta generica sempre valida: che ci si stia dipingendo le unghie; che si stiano stendendo i panni con la destra e aprendo la posta con la sinistra; che si stia girando il risotto; che si stia osservando il poetico volteggiare delle foglie caduche; che si stia compilando un cruciverba sedute sul cesso) La piccola Cachi insiste e allora la seguo nel cortile, con codazzo di gemel

INVETTIVA INGIUSTIFICATA

Oggi mi girano i maroni da fare invidia alle pale dei mulini a vento olandesi. Niente di chè. Solo il solito. Il solito grigio e freddo che ormai ci accompagna da due anni e a me che sono un po' metereopatica è altamente sgradito. Il grigio e freddo di ieri, che mi ha fatto saltare il pic nic a Ca' di Malanca, dove c'era la manifestazione, il museo partigiano eccetera eccetera. La giornata a casa, passata a rincoglionirmi. Che poi le bambine la sanno lunga, perchè quando mi vedono leggere sul divano, con la palpebra che cala e la bavetta che scende dall'angolo della bocca, ecco, loro si arrampicano sulle loro seggioline dell'Ikea e mettono su un dvd. Così che mi sveglio con Biancaneve e mi chiedo se una ragazza di buona famiglia, ancora di più una graziosa principessa medievale costretta fino all'adolescenza nei sotterranei del castello a fare la serva, ecco, non si senta almeno un po' in imbarazzo a svegliarsi in un letto sconosciuto circondata da sette